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giovedì 13 luglio 2017

UNA SINISTRA GUARDIANA DEGLI INTERESSI DEL GRANDE CAPITALE di Ferdinando Pastore





Dopo l'intervista a 4 , nella quale Fratoianni, Montanari, Civati e Speranza hanno rassicurato le strutture neo-liberiste su una loro acritica adesione al modello euro, oggi la scena si ripete. I negrian/libertari del Manifesto invitano nella loro redazione Anna Falcone, Massimo D'Alema, Nicola Fratoianni, Maurizio Acerbo e addirittura l'illustrissimo Professor Asor Rosa. Ebbene il tema, neanche a dirlo, era l'unità della sinistra (sulla sua inutilità mi sono ampiamente espresso in altri post/articoli).
L'obiettivo: superare il 10%. Per far questo si paventa (Asor Rosa in prima linea) il pericolo incombente delle destre. Ecco a voi (non mi prendo meriti, e non ho intenzione di prendermene in futuro, anche se sono cose che avevo previsto già un anno fa) la prosecuzione dell'idea di una sinistra guardiana degli interessi del grande capitale. Da un lato la sinistra ordo-liberista che ha retto l'impalcatura a servizio delle politiche liberiste (e di conseguenza della seconda repubblica), dall'altro quella sinistra libertaria/soggettivista/post-lavorista/civica, che ideologicamente promuove la stessa società di individui che il capitale ha costruito.

Nessuna riflessione sulla UE, su una rottura in chiave populista con il neo-liberismo, sul nesso tra comunità nazionale/Costituzione/Sovranità popolare e socialismo , che, necessariamente, pone il tema della radicalizzazione delle istanze social-democratiche e la loro trasposizione all'interno del conflitto sociale.
La natura ministerialista e post-democratica della sinistra è ampiamente confermata dalle schermaglie di questi giorni che rappresentano la tattica che precede il fine: la lista unica, che confermerà il ruolo storico della sinistra post-ideologica: quella di essere al servizio dei nuovi dispositivi di Potere - così come lo è stata per 25 anni - e con l'intento, quasi dichiarato, di impedire la nascita, in Italia, di un blocco politico realmente di rottura, così come è avvenuto in Francia, Spagna, in Inghilterra con Corbyn a finanche in America con Sanders.
Ecco questo è un tentativo che non riuscirà, dato che la sommatoria della sinistra, porterà al massimo all'elezione di qualche parlamentare che si troverà integrato, alla perfezione, nei meccanismi di gestione dell'ordo-liberismo. Sono tentativi furbi e puerili di canalizzare il dissenso e portarlo ad una mera critica al Governo Renzi senza affrontare i nodi decisivi per arrivare ad una ricostruzione di un blocco popolare e di opposizione che rovesci i paradigmi dello sviluppo globale e incontrollato del capitale.
La strada è lunga e difficile e sarà lenta, e non ha bisogno di questa sinistra.

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