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domenica 8 novembre 2015

RENZI DICE NO AL REDDITO MINIMO di Ettore Davide Coscione




 RENZI DICE NO AL REDDITO MINIMO
di Ettore Davide Coscione

Renzi dice di no
Quando si tratta di trovare risorse per gli ultimi, il No gli viene facile.
Un azione concreta che impatti la povertà non è nel suo DNA politico, nelle sue idee di rampante, di trionfalismi e retorica del “lavorar duro”, del volere è potere, del nessun sussidio, vadano a lavorare ; non è una questione di mancanza di soldi, ma di volontà politica, di valori necessari per ragionare in quella direzione, una questioni di “compiti a casa” oltre che  di nessun ritorno elettorale.
L’elettore Renziano, seppur disoccupato, precario e pezzente… è contro il reddito minimo garantito, pensa che un giorno anche lui arriverà ad essere un vincente.
Dunque i soldi si trovano per:
il ponte sullo stretto, per le missioni di guerra, per gli F35, per togliere i servizi ai poveri, per regalare i soldi alle imprese che ne approfittano cambiando i contratti, per giubilei, expo e altre opere di propaganda politica ( compresi quei famosi 80 euro). In tal caso i fondi ci sono tutti.
Inoltre si possono togliere le tasse ai ricchi in maniera indiscriminata e questa cosa ha un costo, là le coperture si trovano subito.
Per i poveri no, sono classe non elettoralmente interessante, sono i cosiddetti “perdenti”, non hanno saputo essere Renziani, colpa loro.
Quindi noi che non apparteniamo ai Renziani possiamo opporci con l’unica arma che ci resta, cioè l’Unione, ma non quella che intende Bersani, vero perdente che non ha saputo essere Renziano, non quella accozzaglia di esclusi della politica degli ultimi anni e che oggi vuole tornare con il loro metodo (anche lui davvero perdente), magari cercando di arrivare a qualche poltroncina come alle elezioni europee del 2014.
No, questa non è una sinistra alternativa.
Ci vuole una Rete di sinistra che sia antiRenziana, cioè Anticapitalista.
Una Sinistra che sappia parlare ai “perdenti” unirli fino alla Vittoria, che non sia una chimera elettorale, ma fatta di concreta attuazione di un modello che volga al sociale tutte le risorse disponibili e che muti l’ordine del potere che non permette che ciò avvenga.

6 Novembre 2015 

dal sito Guardo libero

La vignetta è del Maestro Mauro Biani




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