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i Quaderni di Bandiera Rossa "La Storia è finita" di Norberto Fragiacomo
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venerdì 11 luglio 2014

SALVACONDOTTI, MANCE E SCIATTERIE: ECCO IL “NUOVO” DI RENZI di Norberto Fragiacomo




SALVACONDOTTI, MANCE E SCIATTERIE: ECCO IL “NUOVO” DI RENZI 
di Norberto Fragiacomo




Non c’è, ve lo siete inventato! Si sgolavano capitan Matteo e i suoi complementi, ma alla fine il clandestino è sbucato sul ponte con indosso un’uniforme cucitagli su misura – più dimessa, ma per ciò stesso maggiormente vistosa di quella ordinaria.Eh sì, perché il quarto comma, inserito in extremis, di soppiatto, nell’articolo 11 del D.L. 90/2014 (Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari), si fa notare non solo per il contenuto: sulla Gazzetta Ufficiale n. 144 del 24 giugno ci appare in un carattere diverso dal Times New Roman utilizzato per le restanti norme (http://www.segretaricomunalivighenzi.it/2014-06-25-dl-90-2014.pdf). 

Il Matteo furioso fa le pentole ma non i coperchi, e ottiene il risultato di evidenziare tre righette che avrebbe preferito nascondere.Invero, rispetto alla versione che era circolata in rete nei giorni scorsi, ispirando pure qualche pezzo giornalistico, la formulazione definitiva è meno esplicita, più sobria: è scomparso il riferimento alla «temporaneità» e al «carattere fiduciario del rapporto di lavoro» dei membri dello staff, così come la sottolineatura della non indispensabilità di titoli di studio e professionali specifici ai fini dell’«accesso alle corrispondenti qualifiche ed aree di riferimento». Sobrietà apparente, comunque: resta ferma la licenza per il sindaco di attribuire compensi dirigenziali a propri collaboratori diretti «prescindendo dal possesso del titolo di studio». Tragicamente comico è l’incipit del nuovo comma 3-bis del Testo Unico 267: «resta fermo il divieto di effettuazione di attività gestionale». Tradotto dal burocratese: il sindaco e il presidente della provincia hanno piena facoltà di assumere Tizio, semianalfabeta ma fedelissimo, e di pagarlo come un dirigente – a patto però che non diriga un bel nulla. Fantastico! Ci voleva l’innovatore Renzi per sdoganare sul piano legislativo la vecchia sinecura.
E’ tornato anche il tempo delle leggi ad personam? Tutti sanno della condanna al risarcimento inflitta in primo grado a Renzi per aver inquadrato in categoria D quattro neoassunte sprovviste di laurea, ma nel decreto legge si largheggia, parlando addirittura (ed esclusivamente) di trattamento economico dirigenziale. Non c’è, come si vede, perfetta corrispondenza tra caso concreto e previsione, ma nel più ci sta il meno, e dunque l’effetto sanante dovrebbe essere garantito: Matteo sarà di nuovo senza macchia e senza paura.A dire il vero di macchie in questo decreto ne troviamo tante: si va dai trasferimenti coattivi in altra città a parità di stipendio (in genere basso, e bloccato sine die) alla generalizzazione di uno Spoils system contrastante con l’articolo 97 Cost. – ma su tutto questo ci siamo già diffusi.Può darsi che in un Parlamento ridotto a bivacco di renziani qualcosa muti, qualche asperità venga limata – ma non ci scommetterei, se l’avessi, una mesata dirigenziale, e neppure una quota del mio assai più modesto salario.
L’unico motivo di ottimismo è rappresentato, per chi scrive, da un dato sinceramente inatteso ma oramai evidente: al decisionismo autoritario che impronta la gestione Renzi si accompagnano una sciatteria e un pressapochismo sconfinanti nell’incompetenza, e l’irritazione del formalista Napolitano di fronte al balletto dei testi ne è la miglior prova.Forse il nuovo ventennio durerà assai meno… questo almeno mi auguro, per amore dell’Italia decente: quella dei pensionati dopo decenni di altoforno, degli studenti che si impegnano e sfilano, dei pendolari in attesa di un treno che tarda, di chi per onestà e amor proprio ha sempre disdegnato le scorciatoie, e non briga per una paga immeritata. Un’Italia che con chi, per ingraziarsi il capo, lo paragona al fuoriclasse Messi non ha proprio niente a che fare.Ma ripetiamoci e ripetiamo: Matteo Renzi e le sue ancelle non sono affatto l’ultima possibilità rimasta - anche perché, se così fosse, saremmo fritti.


26 giugno 2014



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