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giovedì 22 agosto 2013

DIFENDERE LA COSTITUZIONE NON BASTA: SERVE UN'ALTERNATIVA DI SINISTRA di Maurizio Zaffarano




DIFENDERE LA COSTITUZIONE NON BASTA: SERVE UN'ALTERNATIVA DI SINISTRA
di Maurizio Zaffarano



Il più sincero plauso a Maurizio Landini e a Stefano Rodotà e alla loro iniziativa in difesa della Costituzione, anzi per l'attuazione della Costituzione, promossa insieme alle più fulgide icone della Sinistra: Don Ciotti di Libera, Gino Strada di Emergency, Gustavo Zagrebelsky di Libertà e Giustizia.
Quale cittadino democratico può non inorridire di fronte alla pretesa di una ristretta e screditata oligarchia parlamentare di nominati di mettere mano alla nostra Carta fondamentale, a quella che Bersani (!) definiva la Costituzione più bella del mondo? Quale cittadino democratico non si sente indignato di fronte al degrado senza fine della politica italiana dove un condannato per un gravissimo reato antisociale – l'evasione fiscale – continua a tenere in mano le sorti del governo, ne detta l'agenda politica, persino riceve le attenzioni e le premure del Capo dello Stato, di colui cioè che dovrebbe essere il supremo garante della legalità costituzionale?
Lo stravolgimento della Costituzione in direzione dell'autoritarismo e di un'ulteriore personalizzazione della politica (presidenzialismo) è funzionale da un lato alla sopravvivenza di ceti politici altrimenti destinati ad una inesorabile eclissi e dall'altro, e soprattutto, al completamento del disegno delle oligarchie economiche mondiali per la ristrutturazione della società europea ed italiana nel senso del più feroce capitalismo liberista, cancellando definitivamente diritti conquistati attraverso secoli di lotte, perpetuando precarietà, disuguaglianza e miseria, dotandosi degli strumenti normativi per una più efficace repressione del dissenso e del conflitto.
Ma di fronte al proposito di smantellare le Costituzioni antifasciste europee, improntate a valori sociali, perché d'impaccio alle ragioni del mercato e alla modernizzazione dell'economia (leggi interessi del grande capitale), proposito esplicitato brutalmente nel rapporto di Jp Morgan, giocare unicamente in difesa non serve. Preservare la Costituzione italiana è condizione necessaria ma non sufficiente. Negli ultimi trent'anni – in vigenza della Costituzione – sono stati cancellati diritti, imposta una precarietà generalizzata (ed esistenziale) ai lavoratori, trasferite enormi quote di ricchezza dai ceti subalterni alla rendita e al profitto, smantellato il welfare, dismessa l'attività dello Stato nell'economia regolatrice dell'iniziativa privata e volta alla diffusione di ricchezza e occupazione. L'ultima straordinaria vittoria politica popolare – quella del referendum per l'acqua pubblica – è stata occultata, depotenziata, disattesa, boicottata.

Quello che serve dunque oggi è rovesciare i rapporti di forza tra sfruttatori e sfruttati, tra ceti subalterni e oligarchie dominanti agendo nella società, nell'economia, nella politica e nelle istituzioni. Costruire un'Alternativa di Sinistra significa dare forza – di partecipazione, di consenso, di organizzazione, di analisi – a questo progetto di trasformazione della società dentro il quadro di valori che rappresenta il patrimonio ideale della Sinistra - uguaglianza, solidarietà, fratellanza, integrazione, libertà, internazionalismo, ambientalismo - e soprattutto nella consapevolezza che è nel sistema e nell'organizzazione dei rapporti di produzione capitalisti l'origine delle ingiustizie, delle disuguaglianze e della povertà (in Italia e nel mondo) e non semplicisticamente nelle degenerazioni e nella indegnità delle classi dirigenti che ne sono piuttosto un effetto. Sono questi caratteri che rendono diverso il progetto di un'Alternativa di Sinistra dal Movimento 5 Stelle, la forma partito che oggi egemonizza in Italia, a livello parlamentare, l'opposizione anti-sistema e con il quale pure si dovrebbero ricercare intese e collaborazioni. E che la rendono incompatibile con la riproposizione di alleanze di centrosinistra che negli ultimi vent'anni ha attivamente contribuito, complice ed esecutore dei poteri dominanti, all'affermazione senza ostacoli della ideologia liberista fino alla regressione sociale, morale ed economica a cui siamo giunti.
L'Alternativa di Sinistra, la speranza di costruire un'Italia e un mondo migliori e più giusti, passa da una netta e radicale discontinuità con le politiche di Governo e con i ceti politici del centrosinistra. L'elettorato del PD si conquista, ove possibile, con la coerenza della diversità e non con il compromesso con indegni politicanti.
Maurizio Landini e Stefano Rodotà, per il prestigio e il consenso di cui godono e che li renderebbero i leader 'naturali' della Sinistra, da questo punto di vista hanno davanti a sé una grande responsabilità.
La loro pur meritoria iniziativa in difesa della Costituzione, tanto più nel momento in cui ambiguamente si fa balenare la prospettiva di potersi trasformare in soggetto politico rendendoli di fatto il punto di riferimento di gran parte del popolo della Sinistra, rischia però di distoglierci dalla prioritaria necessità di costruire in modo trasparente e consapevole un'Alternativa di Sinistra, un'Alternativa di Sistema.
E' evidente che finché ci si limita ad enunciare principi generali – la centralità del lavoro, la piena occupazione, il reddito di cittadinanza, i diritti sociali e civili, i beni comuni, la difesa della Costituzione e della democrazia, l'antifascismo, il rifiuto del razzismo e dell'omofobia, l'eguaglianza, l'Europa dei popoli e non delle oligarchie finanziarie, la salvaguardia dell'ambiente, la laicità dello Stato, il rafforzamento del welfare, l'intervento pubblico nell'economia – si trova il più ampio accordo a Sinistra, non hanno più nemmeno molto senso le differenze tra comunisti e socialdemocratici, tra radicalismo e riformismo.
E' quando si passa a dover definire come sia possibile raggiungere questi obiettivi che nascono le differenze e le inconciliabili divisioni.
Quel tutti uniti in difesa della Costituzione, che mette in secondo piano ogni altra urgenza politica e che dunque rinvia sine die la ricostruzione di un soggetto unitario alternativo e radicale di Sinistra (la Syriza italiana), porta con sè l'inevitabile pericolo di trasformarsi (ed è difficile pensare che personalità di così grande spessore non ne siano consapevoli) in un gigantesco assist a chi pretende di riproporre, con in più magari solo il rafforzamento della componente vendoliana, quello stesso centrosinistra – quello dell'Ulivo, dell'Unione, di Italia Bene Comune – che ci ha colpevolmente e dolosamente condotto al punto in cui siamo. 

Perché senza l'avvio da subito di un reale progetto di Alternativa sul campo resterebbero solo gli stessi protagonisti di oggi: Letta o Renzi e Vendola, Grillo, Berlusconi (o chi per lui).



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