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venerdì 10 maggio 2013

LA DIGNITÀ DELLA POLIOLI



di Lorenzo Mortara
Rsu Fiom-Cgil
Rete28Aprile

Questo scritto appare in contemporanea col sito

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Vercelli – Brutta aria alla Polioli, azienda chimica che produce, oltre agli smalti per gli elettrodomestici, anche vernici e resine per le auto. Un cartello davanti al Presidio Permanente recita “RSU dove sei???”, non si sa se in polemica con una rappresentanza sindacale, monocolore Cisl, che ha svenduto parecchi diritti convinta così di poter salvare quei posti di lavoro che ora l’azienda taglia lo stesso, oppure con un’azienda che per evitare rischi ha ripagato tanta generosità mettendo in cassa integrazione, per prima, proprio la RSU. È certo però che con la RSU monopolizzata dalla Cisl, il rischio concreto è che 160 famiglie finiscano in strada senza neanche provare a lottare, perdendo pure la dignità. Di lotta, infatti, non ne parla nessuno, a meno che non sia di qualcun altro che dovrebbe farla al posto dei lavoratori.

Un lavoratore dice che non hanno mai bloccato l’azienda con la segreta speranza che l’emergenza rientrasse. Ora è preoccupato perché mai speranza si è rivelata più vana di questa che, di fatto, si è tradita da sola. Ma se si può essere indulgenti con l’ingenuità di tanti lavoratori, non si può perdonare minimamente quella dei dirigenti sindacali, da loro si dovrebbe pretendere di più.
A un membro della Segreteria Uilcem, con due figli da mantenere e una moglie che ha già perso il lavoro, sembra del tutto normale dire di aver passato 4 anni ad assecondare ogni richiesta dell’azienda, senza mai dichiarare scioperi. Oggi – precisa – la fiducia non esiste più, anche se il problema non è fidarsi dell’azienda, ma capire come ci si sia potuti affidare anche solo un minuto a sindacalisti di tal pasta, sempre attenti agli interessi delle aziende e mai a quelli dei lavoratori.
articolo de La Stampa del 17/04/2013
da cui sono tratte le dichiarazioni delle
persone citate nel presente testo
Un altro sindacalista, forse della Cisl in incognito, spera di risolvere il problema affidandosi alla “seria” riflessione delle teste di legno della politica. E mentre i lavoratori urlano i loro slogan «Con Ferlin (proprietario Polioli) e la Fornero/ abbiamo un futuro nero», lui si appresta a ricevere in pompa magna una delegazione di serpenti del PD che la riforma della Fornero han votato e sostenuto ridendosela sotto i baffi di tutti i lavoratori.
Per Guasco, Patron locale Uilcem, l’unica soluzione è riuscire a piazzare i lavoratori a un altro padrone. Cambiare lo sfruttatore sperando che il nuovo sfruttamento sia un po’ più mite. Il suo orizzonte non va più in là del mercato, proprio nel momento in cui quello dei lavoratori Polioli è in via di chiusura definitiva. E con prospettive così commerciali è già un miracolo se lo sfruttamento non aumenterà, sia che gli riesca o meno il miserando affare.
Per Gasperini, segretario Filctem Cgil, invece, le istituzioni, che secondo Guasco non capiscono niente dei problemi dei lavoratori – e per una volta siamo d’accordo con lui – dovrebbero lottare per loro perché la Polioli non chiuda. Insomma tutti alla lotta per la Polioli, purché non lottino i diretti interessati. E dire che le condizioni per la lotta ci sono tutte. L’azienda, infatti, continua a ribadire che non se ne vuole andare. Questo significa che non è ancora troppo tardi per provare a lottare. Affidarsi a dirigenti inadeguati è costato fino ad ora un prezzo molto alto che pagheranno solo i lavoratori. Ci interessa salvare i posti di lavoro, ma anche la realtà produttiva, ne va del futuro di centinaia di famiglie e dei nostri figli. Non ci si può più permettere deleghe in bianco. Non dobbiamo lasciare all’azienda la rotazione di una cassa integrazione che non farà mai. Tocca a noi pretendere immediatamente che il lavoro disponibile sia diviso equamente tra tutti i lavoratori, con la riduzione d’orario a parità di salario. Per questo è necessario che il presidio, dopo essersi organizzato in una prima fase, passi in fretta alla seconda. Da un presidio di semplice testimonianza e informazione, deve diventare un presidio di lotta. Ed è appena il caso di dire che, in questo difficile compito, noi saremo al suo fianco.


Lorenzo Mortara
Maggio 2013
Stazione dei Celti
Rete28Aprile

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