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i Quaderni di Bandiera Rossa "La Storia è finita" di Norberto Fragiacomo
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martedì 14 febbraio 2012

Dalla Grecia in fiamme. Corrispondenza dai compagni dell'EEK

  I peggiori timori delle classi dominanti greche ed europee si stanno avverando. Un'esplosione sociale incontrollabile è in corso in Grecia. Quando queste righe vengono scritte, nella notte a cavallo tra il 12 e il 13 febbraio, i violenti scontri di strada tra manifestanti e la polizia, nel centro di Atene e in altre città in tutto il paese, continuano. La falsa maggioranza che ha appena votato in Parlamento il nuovo pacchetto di misure di cannibalismo sociale imposte dalla troika Unione Europea-BCE-FMI non potrà fermare il fuoco selvaggio, né potrà impedire la sua espansione al resto del paese, in tutta Europa e a livello internazionale. La manifestazione popolare di domenica 12 febbraio in Piazza Syntagma era letteralmente gigantesca: quasi un milione di persone si sono ritrovate nella piazza davanti al Parlamento, venendo da tutti i quartieri della capitale greca, in una mobilitazione di massa, che ha superato in grandezza e spirito combattivo ogni manifestazione precedente, comprese le grandi manifestazioni in occasione degli scioperi generali di giugno e ottobre 2011.
 La scorsa settimana si sono svolti altri due scioperi generali, il 7 febbraio e il 10-11 febbraio ma, per quanto significativi, non sono paragonabili con quello che è successo il 12 febbraio, quando le masse hanno invaso le strade di Atene e quasi tutte le altre città, dando alla mobilitazione un carattere quasi insurrezionale. La polizia antisommossa, con un piano ben orchestrato, ha attaccato i manifestanti a piazza Syntagma sin dall'inizio della manifestazione, alle 17:15.
 Quando Mikis Theodorakis, noto compositore, e l'eroe della resistenza antinazista Manolis Glezos, entrambi di quasi 90 anni, hanno tentato di entrare nel Parlamento per consegnare una dichiarazione di protesta congiunta, la polizia antisommossa ha attaccato loro e tutti i manifestanti con tonnellate di sostanze chimiche. Da quel momento, il centro di Atene è stato trasformato in un campo di battaglia, mentre la gente continuava a venire in massa da tutte le direzioni. Persino di fronte al Parlamento, alcuni contingenti di EEK, di ANTARSYA, e della gioventù di SYRIZA, hanno resistito fino alle 22:30. Ma tutte le strade e i viali, da piazza Syntagma a Omonia e anche intorno all'Acropoli, sono stati occupati da persone che hanno resistito fino a dopo la mezzanotte alla selvaggia brutalità della polizia. Barricate sono state erette in alcune strade. Banche, grandi negozi, cinema, circa quaranta edifici, sono stati dati alle fiamme. La stazione di polizia in Exarchia è stata attaccata.
 Un centinaio di cittadini di tutte le età sono rimasti feriti, alcuni dei quali in modo grave e portati in ospedale. Un altro centinaio sono stati arrestati, inclusi i manifestanti che avevano occupato il municipio di Atene. Il centro di Atene appare come una città bombardata. E' degno di nota il fatto che il KKE staliniano, ancora una volta, ha tenuto la sua manifestazione separata in Piazza Omonia (il KKE afferma che c'erano cinquantamila persone), hanno evitato di unirsi alle centinaia di migliaia di persone dentro e intorno a Piazza Syntagma e sono rimasti ben lontani dalla battaglia. Alla fine il KKE ha sciolto pacificamente la propria manifestazione.
 Come si sa, il mantra stalinista è che ogni scontro violento con le forze di polizia, qualsiasi forma di azione diretta, sono "delle provocazioni di Stato" . La ribellione popolare non si limita ad Atene, si estende a tutta la Grecia, da Corfù nel Nord Ovest a Salonicco nel Nord, a Patrasso a Ovest e a Creta nel Sud. Ci sono state e sono in corso mobilitazioni, manifestazioni, occupazioni di edifici pubblici, di municipi, di prefetture, ecc. Diversi gli attacchi da parte di manifestanti infuriati contro le sedi politiche dei partiti del parlamento borghese, in particolare a Corfù, ad Agrinio, ad Iraklion. Gli uffici dei parlamentari sono state distrutte. La furia popolare si è ripercossa anche in Parlamento: sta esplodendo il sistema parlamentare borghese in vita da trentotto anni. Anche se una maggioranza di due terzi dei deputati hanno votato per il barbaro memorandum imposto dalla troika e per il sostegno all'attuale governo Papademos, il voto contrario di parlamentari di primo piano è stato seguito da espulsioni di massa dai partiti che sostengono Papademos. 46 deputati, tra cui ministri, membri fondatori e i portavoce parlamentari dei partiti di governo, sono stati espulsi nel cuore della notte, sia dal neoliberale PASOK che dal partito di destra Nuova Democrazia che da quello di estrema destra del LAOS. Ora in Parlamento il "partito degli espulsi" è il secondo partito, con ben 63 deputati. Il PASOK ha ora 130 deputati (ne aveva 158), Nuova Democrazia 62.
 Il numero totale dei deputati è 300. L'estrema destra del LAOS, vedendo la sua influenza ridursi drasticamente, ha votato contro il nuovo "salvataggio", espellendo due dei suoi membri più importanti che sono rimasti nel governo come ministri. Tuttavia, il führer del LAOS, Karatzaferis, ha detto che continuerà a sostenere il governo Papademos per "salvare la patria dal comunismo"! Una dichiarazione simile è stata fatta dal leader di Nuova Democrazia Antonis Samaras, affermando che il suo partito è l'ultimo baluardo contro "the mob rules", cioè le masse povere ribelli che vanno sempre più a sinistra. Il personale politico della borghesia è decimato. Molti tentativi sono stati fatti negli ultimi mesi per creare nuovi partiti politici borghesi, e più tentativi di certo verranno nel prossimo periodo, visti i tanti politici borghesi che hanno perso il posto a causa dell' espulsione, ma non avranno successo. La sfida politica viene da sinistra. Ma il KKE stalinista continua la sua egocentrica politica concentrandosi principalmente sul suo elettorato, dando priorità al rafforzamento della propria organizzazione, avanzando lo slogan del "popolo lavoratore al potere ", uno slogan vago per un futuro molto lontano. Il Synaspismos, principale forza della coalizione SYRIZA, si concentra invece sugli esclusi dal PASOK per costruire una sorta di "fronte popolare" con ambizioni governative, mentre la "Sinistra Democratica", scissione dell'ala destra del Synaspismos, grazie ai suoi buoni risultati nei sondaggi, diventa un polo di attrazione per tutti i transfughi moderati del PASOK, nella speranza di diventare partner in un futuro governo borghese di coalizione, sostituendosi all'estrema destra del LAOS. In mancanza di una reale alternativa radicale al crollo del sistema sia in Parlamento che nella sinistra extraparlamentare, il raggruppamento dei lottatori d'avanguardia (in particolare quelli della giovane generazione) in un partito rivoluzionario internazionalista del proletariato rappresenta la sfida principale e il compito urgente per il nostro partito, l'EEK**.
 Siccome l'esplosione è in atto, con ancora più determinazione confermiamo la lotta per uno sciopero politico generale a tempo indeterminato, per rovesciare il governo, per rompere con la dittatura della UE e del FMI, per cancellare il debito degli usurai internazionali e per riorganizzare l'intera economia su nuove basi, socialiste, con il potere dei lavoratori. Le nostre speranze sono concentrate sui nostri fratelli e sorelle di classe in Europa e in tutto il mondo, affinché si uniscano a noi nella lotta rivoluzionaria e in una Internazionale rivoluzionaria di cui oggi c'è più che mai bisogno.

 ** EEK - Ergatiko Epanastatiko Komma (Partito Operaio Rivoluzionario), partito fratello del PCL italiano Savas Michael-Matsas EEK

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